Il rimescolare interrogando le ceneri dei forti senza aver la coscienza di esser tali, è la piú empia delle profanazioni. Ora, chi facea ciò era il popolo; e chi dicesse ch'egli faceva una cosa empia, direbbe una stolta parola, perocché sulle moltitudini discende lo spirito di Dio.
E lo spirito di Dio è disceso su noi. Tutto che è grande, è uno. Pensando al '46, ci si è rivelato questo santo pensiero, che da tanto ci fremeva quasi indistinto nell'anima. Abbiamo compreso che Dio ci avea fatti fratelli, e che è empio all'uomo separare ciò che Dio congiunse. Però sul mortaio di Portoria ci si è rivelato tutto il secreto di un'Era novella, d'un'Era che cambierà la faccia dell'Italia e del mondo. Ora che l'amore ci ha santificato cosí che di molte classi fece un popolo, pregheremo unitamente il Signore perché ci riveli i mezzi per adempiere la santa missione a cui i destini ci chiamano.
Viva Dio, il Popolo, e la Nazionalità italiana!
UNA SUPPLICA AL RE DI NAPOLIDISCORSO LETTO AL COMITATO IN CASA DI GIORGIO DORIA(164)
Prima di trattare se debba accedersi dal nostro Comitato alla supplica del signor Cesare Balbo (e dico del signor Cesare Balbo, e non dei Piemontesi, giacché le poche sottoscrizioni ch'ella trovò in Torino mostrano ch'essi, tutt'altro che proporla, la rifiutano), giova discutere se si debba, o no, presentare una supplica al re di Napoli; giacché sarebbe inutile l'inoltrarci nei dettagli di esecuzione (discussione intralciatissima) di una cosa che poi fosse rifiutata in principio.
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