E Ferdinando lo sa; la paura non lo consiglia ad arrestarsi, ma a procedere, perocché sa che s'egli cedesse, la nazione comprenderebbe ch'egli non ha piú forza, e, tutt'altro che arrestarsi, la rivoluzione ne diverrebbe vigorosa piú che mai. Le concessioni fatte a gente armata ed insultata, sono sconfitte: né si fidi nella sua ignoranza, perch'egli non lo comprenda. Narrano i giornali che egli dicesse recentemente a qualcuno de' suoi ministri: "le concessioni hanno condotto Luigi XVI sul palco; io non sarò cosí stupido" E se vi è qualche cosa che forse egli non comprenda, è questo; che cioè spesso si arriva ad un medesimo punto per varie strade.
Ed egli cederà forse, in cosa che crede importi la sua salvezza, ad una supplica di cittadini? dopo non aver ceduto alle esortazioni dell'Inghilterra, e alle esortazioni del Papa, forte per la triplice influenza dell'opinione pubblica, della religione e del governo? Egli che non si arrestò, sapendo che la sua politica era esecrata in Italia, si arresterà per essergli detto che è desiderato sia cambiata? O le parole di questa supplica saranno fiere, amare, ostili, ed allora non sarà piú una supplica; o saranno concilianti, amiche, ed egli, o non le crederà, o ne prenderà ardire, perché gli persuaderanno che la sua politica trova piú grazia tra noi che non pensava. Ma se ciò non potrà produrre alcun buon risultato sul principe, potrà forse produrlo sul popolo? Lo persuaderà forse ad avere fiducia in Ferdinando, vedendo che noi speriamo ancora da lui?
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