Dopo di essa, il Popolo, per esprimere i suoi desiderii anche piú legalmente, inviò al Re una supplica, le cui sottoscrizioni furono raccolte tranquillamente, pacificamente, pubblicamente, affidandole a persone scelte fra coloro che godevano meglio la confidenza della città, seguendo in ciò l'esempio legalizzato dal governo nell'occasione della deputazione Sarda(167). Dopo di che la calma non fu menomamente interrotta, e i buoni attendono che il Re, avvedendosi da quali infami raggiri fu questo fatto travisato, tenga conto di una domanda che è sottoscritta da quindicimila firme, ed esprime il desiderio di tutta Italia. Si noti anche, che in tutte le dimostrazioni, e segnatamente nelle ultime, furono sempre ripetute le grida: "viva l'armata! viva la linea! viva coloro che combatteranno sotto alla bandiera Nazionale!" Sin qui non veggo nulla d'insultante per la milizia, la quale è gloria e speranza di noi e di tutta la Penisola. Ma vi era forse alcun che di offensivo nelle domande stesse, se non vi era nel modo di farle? Ci duole essere obbligati a discutere seriamente una cosa, che è piú ch'altro ridicola.
Gli Austriaci occupano Modena e Parma: Fivizzano e Pontremoli son lasciate cadere da questi governi, e in balía, per conseguenza, di chi è armato in casa loro. E cosí, nel suo bel primo nascere, la lega italiana disprezzata, tagliata in due; tutta Italia minacciata da un giorno all'altro di essere invasa. Il popolo chiede che il suo territorio sia sgombro da chi è noto congiurar contro di lui; chiede armi, perché vuol morire, se fa mestieri, combattendo, non massacrato come i Lombardi.
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