Ed egli lo doveva comprendere.
Della supplica al re di Napoli parleremo distesamente, in un altro articolo.
DIMOSTRAZIONI POPOLARI
Ieri sera(168), al cominciar della notte, vi era gran folla d'innanzi al teatro. Tosto cominciavano i canti. Il governo avea veduto che la sortita delle truppe nella sera precedente non era riescita ad altro che a mostrar sempre piú la simpatía che regna fra la truppa e il popolo; mentre i soldati, disposti nelle principali piazze per cercare d'impaurire i cittadini, si ricambiavano invece con essi fraterni saluti ed abbracciamenti, e la cavalleria avea per tutta la sera girata la città fra un'immensa folla, che la salutava speranza d'Italia e terrore d'Austria; però era in forse su ciò che dovesse fare, e terminò col non far nulla.
Dopo poco finivano gli attruppamenti nelle vie, e si apriva il teatro; la platea e i palchi stipati di gente, con coccarde tricolori. Gli attori compariscono fregiati delle stesse coccarde: e qui applausi generali. Tosto si solleva sul palcoscenico la bandiera tricolore: gli applausi raddoppiano, le signore agitano i fazzoletti, e s'intuonano gli inni nazionali.
Oggi continuano per le vie le coccarde tricolori. Tricolori erano pure le bandiere che precedevano l'assembramento d'avant'ier sera; il quale scorreva la città gridando: viva la vittoria del Popolo, la Costituzione, i Siciliani, i Fratelli Bandiera, Ruggero Settimo, ecc. Non volendo l'assembramento sciogliersi nelle piazze innanzi alla truppa, si sciolse sotto alle finestre del Console Austriaco; dove fu gridato.
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