Si cercano da certuni tutti i mezzi per seminar l'odio fra l'armata e noi: ma l'armata sa che i nemici che deve combattere sono gli Austriaci, non noi.
SULLA LETTERADI GIUSEPPE MAZZINI A PIO IX
TRADOTTA E COMMENTATA DA GIORGIO SAND(169)
Nel settembre dell'anno scorso, quando i primi passi di Pio IX nel pontificato accentravano intorno a lui gran parte delle speranze italiane, Giuseppe Mazzini gli scriveva una lettera.
Generalmente, chi vuol parlare la verità ai potenti tiene delle due vie l'una; o ravvolgerla in molte adulazioni e menzogne, perché s'introduca sino alla turba de' cortigiani, come Ulisse ravvolto nella pelliccia entrava colle pecore nell'antro di Polifemo; o scagliarla sulle loro fronti come fiamma, non perché gli illumini, ma perché gli arda. E la prima via talvolta è utile, e talvolta la seconda è l'unica che rimanga. Ma vi ha una terza via, nota solo a pochi, e anche da essi raramente tentata, perché non sempre si trova tale con cui tentarla giovi, e sia onorevole tentarla; e questa consiste nell'avvicinarsi ai potenti, e parlar loro parole amiche, senza che siano servili. E per verità, nel vedere un uomo il quale sente che le separazioni dei partiti politici e delle sètte intralciano il cammino dell'umanità solo in una sfera inferiore a lui, e nulla che sia buono poter essere fatalmente diviso da sé, vi è qualche cosa di grande, che rinvigorisce l'anima nel sentimento della umana dignità.
Mazzini scriveva al Pontefice: "Siate credente". Alcuni, e con una tal quale insistenza, ostentarono di credere irriverente tale parola ad un papa; ed a Pio IX! E questa osservazione non può esser dedotta che da un grave radicale errore, cioè dall'aver scelto nella lettera del Mazzini un solo aspetto per giudicarlo; e questo, falso, esplicitamente, precisamente escluso dall'autore.
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