Sinora l'organismo, direi cosí, degli aggregati sociali non fu costituito in armonia coi principii che pur da ognuno si confessarono, si proclamarono i buoni, i soli buoni. Il Cristianesimo fu la religione degl'individui, non delle società. E che significa, se non questo, la distinzione usata da tutti o presso che tutti gli scrittori religiosi, e divenuta proverbiale, tra le vie del secolo e le vie del Signore, i figli del mondo e i figli di Dio? Quanto è ovvio il vedere che questa distinzione è esistita, altrettanto il dire che deve esistere sarebbe assurdo, o peggio, giacché equivarrebbe al dire il Cristianesimo un elemento antisociale. Questa distinzione deve cessare; le società debbono costituirsi in modo acconcio ad entrare nelle vie del Signore, e il Cristianesimo deve incarnarsi, connaturarsi nel mondo col secolo.
A questa grande opera Mazzini chiamava Pio IX, quando gli diceva: "Siate credente". Non parlerò del giudizio che su questa lettera portarono i giornali Austriaci. Essi, a queste parole, per abitudine e per terrore si dibatterono, gridarono, urlarono come gli ossessi sotto l'influenza delle parole esorcistiche. Ma anche i giornali italiani, oppressi com'erano dalle questioni pratiche e diplomatiche, non seppero, o non poterono, o non vollero sollevarsi all'altezza del concetto teoretico, e non giudicarono le parole del Mazzini che tenendole a forza sotto una voce che non era la loro, e giudicarono l'idea, germe di un'èra, come una questione d'un giorno. Ora noi troviamo nel Constitutionnel del 7 febbraio la lettera al Papa tradotta e commentata da George Sand, e la parola del grande Italiano e della grande Francese, come raggi d'una stessa fiamma, reciprocamente si confondono e si avvivano.
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