E le moltitudini, ingannate da chi aveano ciecamente seguito, tradite nella loro fiducia, e però proclivi a sospettar dovunque un tradimento, a dubitare di tutti, e da ciò condotte a sciupar la loro energia in movimenti scomposti, indisciplinati, discordi, anziché ordinarla in un generale, armonico, potente conato di nazionale progresso! Ciò produrrebbe danni maggiori assai d'una vera rivoluzione, senza produrne i vantaggi; perché una crisi talvolta può essere utile, talvolta necessaria, ma l'anarchia é sempre mortale.
I CORPI FRANCHI E IL GENERALE GARIBALDIDAL DIARIO DEL POPOLO, N.° 63
L'impero Austriaco manda un rantolo, che par quello della morte. La rivoluzione lo strozza sin nel suo letto regale, nella fedelissima Vienna; gli appunta il pugnale al cuore, sino in mezzo alle sue guardie pretoriane, in mezzo all'armata di Radetzky. Ma stolto il navigante che dorme perché il tempo è secondo! Ch'egli rinforzi le vele, e faccia suo pro' del vento propizio.
Quando tutto pareva perduto (agli uomini che veggono poco), sarebbe stato vile per l'Italia il cedere alla sventura con una inerzia codarda. Ora che la sorte, quasi temesse fossero troppo forti pel nostro braccio, rompe ella stessa le nostre catene, sarebbe stupidità il non levarsi ad agire.
Bisogna pensare seriamente alla guerra. L'Europa vide fuggire le nostre armate; vide la giovine bandiera dell'Italia lasciata cadere nel fango dalle mani degli uomini che avean giurato morire prima di abbandonarla. E molti dissero: quegli oppressi non meritano la libertà, perché sono vili.
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