Egli ha sentita l'importanza della missione che gli è serbata nell'attuale movimento Italiano, e appena giunto a Genova(172) concepiva la grande idea di una vasta organizzazione di corpi franchi, di cui fondava il primo nucleo fra noi. Molte centinaia di giovani, i piú provati alla durezza della vita militare, e al fuoco, diedero già il loro nome alla nascente legione. Noi speriamo che i giovani accorreranno, nel dí della chiamata, a stringersi sotto il vessillo della patria, che certo non può essere a mani migliori che a quelle del Garibaldi, dalle altre provincie italiane, perché si combatte volentieri sotto capi che sanno e vogliono vincere, e non capitolano.
Sappiamo ch'egli confida nella nazione, e specialmente ne' suoi concittadini, perché lo aiutino nella santa impresa, e speriamo che la nazione e i suoi concittadini risponderanno all'invito del Garibaldi. È probabile che il denaro speso in tal uso sia meglio impiegato, che non quello dell'imprestito forzato.
GUERRA AL "CIRCOLO ITALIANO"
DAL DIARIO DEL POPOLO, N.° 68; OTTOBRE 1848
È da due sere che il sangue Italiano bagna nella nostra città la terra Italiana. Quale ne è la causa, noi crediamo saperlo: quale ne è il pretesto, noi l'esporremo brevemente.
Esiste, da due mesi in circa, un Circolo in Genova, il quale professa le piú libere opinioni. Molti avversavano fin dal suo primo nascere il Circolo per ciò; molti per antipatia verso alcuni individui. In quanto a noi, conosciamo molti de' suoi membri, fra cui il presidente De-Boni, nome chiaro in Italia, per cui professiamo tutta la nostra stima ed affetto.
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