Ma la sera del sabato scorso(173) era fissata una riunione del Circolo. Sin dalle cinque del dopopranzo si vedeano presso al Teatro alcuni soldati d'un battaglione, il cui nome è assai noto, pel valore con cui ha combattuto in Lombardia, principalmente nel fatto di Goito, e per una tradizionale simpatia alla causa della libertà, il battaglione Real Navi. Erano un quindici o venti che faceano schiamazzo, accennando voler fare una dimostrazione, ma senza dirne lo scopo; malizia che ci par piú pretina che militare. Però rimanevano quasi soli. Giungeva l'ora della radunanza del Circolo; ed essi si riunivano a un'altra dozzina di loro compagni, che gli aspettavano al solito luogo della seduta; entravano nella sala, ove affiggevano un cartello che terminava con "Morte al Circolo! Viva Carlo Alberto e il cappellano Grillo"; ravvicinamento che deve riescir poco lusinghiero a S. M.
I socii si presentavano alla porta del Circolo, ed erano accolti prima da ingiurie, a cui rispondevano con parole di persuasione, poi colla sciabola, a cui rispondeano difendendosi, benché inermi. Parecchi Italiani, sfuggiti al cannone Austriaco, che affrontarono generosamente, furono in quella sera proditoriamente feriti, e fra questi il capitano Vicenzini, che solo, inerme, fu circondato da otto o dieci armati, che volevano forzarlo a gridare "Viva Carlo Alberto, viva il cappellano Grillo", e rifiutandosi egli, e difendendosi colle mani, lo assalirono siffattamente, ch'egli ne ricevette piú ferite, e fu salvato, in forse della vita, da un amico nostro e dalla guardia nazionale.
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