L'unità morale dell'Italia è un fatto compiuto. Di questa idea s'impronta ogni moto d'ogni angolo d'Italia. Pochi mesi sono, il popolo insorgeva in Livorno, e fra le barricate sparse del suo sangue gridava Costituente Italiana. Quel grido suonava tra le fucilate in Genova: fu violata sin la capitale del re di Piemonte, sino il Quirinale dei Papa.
E allora, per la prima volta, si vide una parte d'Italia totalmente libera. Grave e decisiva influenza aveva ogni suo fatto, non solo pel risultato pratico, ma perchè rappresentava il vero concetto del Popolo Italiano.. Ogni partito avea sino allora agito nel suo nome: però la prima parola che gli sgorgava spontanea dal cuore costituiva un solenne giudizio. E questa parola noi l'abbiamo udita: egli ha proclamata la sovranità popolare; egli ha proclamata la Nazionalità dell'Italia. Anzi, colla logica delle rivoluzioni, comprese che questi due termini non poteano disgiungersi, che frutto della divisione era la tirannide. La bandiera dei principi è quella del loro principato; la bandiera del popolo è quella della Nazione. La Costituente Romana e la Nazionale non formeranno che una cosa sola.
Ogni Italiano saluta con gioia l'atto della Commissione governativa, per cui questa sublime idea è divenuta un fatto compiuto. Ora, resta che si provveda ai mezzi per cui questa vittoria d'un principio morale sia circondata e assicurata da forze materiali. Resta che gli uomini, i quali hanno cooperato al grande edificio, tolgano il fucile e proteggano l'opera loro colle mura di Sparta, col petto e col braccio dei cittadini.
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