Erano uomini che, comprendendo le tendenze del paese, le necessità del popolo, si consacravano a tradurle in un'idea, in una parola, che potesse esser bandiera universale. Questa era, ed è, la sovranità del Popolo, rappresentata dalla Costituente.
L'intiera penisola s'è scossa, agitandosi, a questa parola, rivelazione della sua propria vita. Alcuni governi ne furono scossi siffattamente, che, vedendo non poter resistere, non hanno trovato altro a fare che tentare una mistificazione del principio, che gli assicurasse da un'intiera caduta. Un altro ha curvata la fronte, un altro è caduto.
E la bandiera della Costituente sovrasta alla principesca in Toscana è esclusivamente governativa in Roma. Cosicché, se questa, non è ancora la capitale dell'Italia, è la capitale del suo movimento, del suo progresso, della sua vita.
Nella questione Romana è la questione Italiana, per quanti credono nell'avvenire della patria. La nostra nazionalità sarà, o tosto un fatto, o ancora lungamente un desiderio, secondo che la rivoluzione di Roma, o vincerà, o sarà vinta. Un tremendo dilemma si affaccia alla nostra politica. O avremo in Roma il Papa, colla reazione e le baionette straniere, e ciò importa l'Italia secondo i trattati del '15; o avremo la Costituente, circondata e assicurata da baionette italiane, e ciò importa l'Italia del Popolo. Che gli Italiani scelgano!
Frattanto, a noi, e a quanti come noi hanno già scelto, corre debito di prepararci a combattere. Sappiamo che le congiurate monarchie si preparano alla lotta; e noi pure dobbiamo disporci alla battaglia, che forse non sarà solo Italiana, ma Europea.
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