Il Vangelo è la religione dell'amore, della libertà, della fraternità; perciò la sua causa era quella degli oppressi, non quella degli oppressori. Ed erano Cristiani, quei che morivano martiri pei loro fratelli; non Gregorio, che per conservare il potere temporale elevava patiboli, e per amicarsi i potenti della terra, carnefice egli stesso, benediva i carnefici.
E nondimeno, quante anime vergini, informate all'amore, si posero sotto le insegne del Papato, credendo difendere in lui il deposito d'ogni credenza, la tradizione del Nazareno! I liberali sono, si diceva loro, i nemici di quanto esiste sacro e venerato. Ma i liberali vinsero, e mostrarono col fatto non esser questa che una menzogna. La Repubblica, in Francia, è piú religiosa della caduta monarchia; e fra noi, chi comparasse la corruzione ecclesiastica dei tempi della grande potenza dei Papi cogli attuali costumi, troverebbe che la religione non venne che a guadagnare, ravvicinandosi alla libertà.
Due grandi genii, in due differenti epoche, entrarono cattolici in Roma, e ne uscirono eretici, Lutero e Lamennais. Noi crediamo che molti, i quali erano increduli, palpitarono di fede quando il nome di Pio IX era sulla bocca degli eroi di Milano, e quando le sue labbra benedivano l'Italia, cioè quando il Pontefice del Cristo era il Pontefice della libertà. Una grande missione gli sarebbe stata serbata, se egli avesse voluto conservarsi tale. Ma non è lecito arrestarsi a mezzo la via: fra le due bandiere che oggi si levano, l'una a fronte dell'altra, in Europa, conviene appigliarsi francamente, determinatamente all'una o all'altra.
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