E doveva giungere il momento in cui Pio IX dovesse scegliere fra l'abbandonar il trono per la libertà, o questa per quello, fra l'essere piú cristiano che principe, o l'essere piú principe che cristiano.
E un grande Italiano prevedeva, fin dai primi suoi passi, il tremendo problema in cui egli avrebbe finito per urtare, chiudendo il secreto della posizione di Pio IX in un profetico avvertimento: "Santo Padre, siate cristiano." Forse egli non comprese il senso di quelle parole, se non quando si trovò a fianco del Borbone di Napoli; perché, quale che sia il suo accecamento, egli deve aver trovato qualche cosa di amaro nella propria coscienza, pensando ch'egli aveva portato la croce di Cristo nella stanza del bombardatore di Messina.
Eppure un grande insegnamento sgorga dai primi passi di Pio IX. Se i suoi interessi gli hanno impedito di seguitar la sua via, ciò non importa che il principio da lui rappresentato, e non incatenato agli stessi interessi, non possa seguirla. Il Cristianesimo congiunto alla tirannide impallidì; congiunto alla libertà tornò a risplendere della sua luce primitiva. Dunque, chi ama la fede, deve amare la libertà, la quale ne è l'applicazione; e la croce sul Vaticano e la bandiera tricolore sul Campidoglio si avviveranno l'una coll'altra della medesima luce.
Questa verità dovrebbe essere compresa dal nostro clero, e massimamente dalla parte giovine, che non ha ancora l'anima logorata dall'abitudine, e da quella parte che professa il sacerdozio come un apostolato, non come un mestiere, e non ama piú dello splendore il lucro della religione.
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