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      Voi non avete curata quella scomunica, perché era un'ingiustizia solenne: voi vi siete comportati da uomini, i quali sanno che la religione non ha da far nulla col principato, perché il regno di Cristo non è di questo mondo. Compite l'opera, usate di tutto il vostro diritto, separate affatto il Papa dal principe, e sarete benemeriti della religione e della civiltà, perché toglierete lo scandalo che offende tutti i veri credenti. Fate sí che i preti tornino al santuario, che piú non possano esser tiranni, e che per essi Cristo non sia piú fatto capitano di ribellioni e di guerre fraterne.
      Lo scioglimento di questo problema è tanto piú necessario in questo momento, in cui importa stringere in una le forze della nazione, perché concorrano al piú grande conato a cui sia chiamato il nostro paese, alla conquista dell'indipendenza. Pio IX lo disse: "Il Papa non può sacrificare gli interessi del Papato agli interessi dell'Italia; il Papato non può far guerra all'Austria." Un governo che non può far guerra all'Austria non può essere governo Italiano.
      E un altro insegnamento risulta dalla dolorosa prova dell'ultima guerra: gli interessi dei principi non sono gli interessi della nazione. E mentre il sangue Italiano scorreva in Lombardia, alcuni di essi erano alleati dell'Austria palesemente, altri copertamente: un solo ha combattuto; e questo in un interesse dinastico; e con fede che è dubbia per molti; e col successo che tutti sanno. Dunque la guerra regia non può salvare l'Italia. Resta la guerra nazionale; e perché questa abbia luogo, bisogna costituir la nazione.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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