Convocate al piú presto la Costituente Nazionale; che questa ordini l'Italia per l'Italia, faccia la guerra per l'Italia, vinca per l'Italia.
Voi sentirete quale grave incarico sia serbato ai vostri deputati: a voi tocca scegliere uomini uguali all'opera che la nazione aspetta da loro. E pensate, vi ripetiamo, che il vostro voto non pesa solamente sulla bilancia dei destini delle vostre provincie, ma dell'intera penisola. Badate a non dividere la Costituente Romana dall'Italiana: col doppio mandato, fate delle due cose una cosa sola. La grandezza di Roma è nella grandezza dell'Italia, e nelle vostre mani sta la vita dell'Italia.
DE-BONI FILIPPO, Presidente.
VANNUCCI ATTO, Vice-Presidente.
(Seguono le altre firme).
LETTERE
I.
A Michel Giuseppe Canale(180).
Carissimo Pippo,
È vero, non ti ho scritto molto: passò qualche tempo senza che tu avessi mie lettere. Ma due o tre alla fin fine te le scrissi.
Poi, da tanto tempo che mi conosci, devi ben avere inteso che io, l'amore (non so se lo sento come gli altri giacché nell'anima altrui mai non vidi), pure ad un qualche modo lo sento, e lo debbo sentire. Ma né in parole, né in iscritto son capace di esprimerlo, di protestarlo, di rammentarlo, quando, e con piú parole che non è d'uopo, in me sarebbe finzione; ché credo sia finzione ciò che si dice quasi per forza, e che non viene dall'anima. Ma il non avere l'anima adatta a fare proteste ed espansioni, non è sinonimo di avere un'anima fredda ed insensibile. Olindo sentiva cosí l'affetto, che era pronto a sacrificargli la vita; eppure non aveva mai detto a Sofronia: io ti voglio bene.
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