Ma bando a siffatti discorsi: ci son cosí poco adatto, che temo esser caduto nel sentimentale, nel platonico, miei eternamente acerrimi nemici.
Parliamo d'altro: a Torino come vanno le feste? Se avessi un po' piú di scintilla Febea, avrei da fare i piú bei versi satirici. La X. si veste da Francesca da Rimini; la Y. da Callisto. Un tempo le Muse erano vergini; ed ora? son Y.
La Mamma se la passa né bene né male: io bene; gli altri ancora. Sta bene ed amail tuo GOFFREDO.
II.
Alla Marchesa Adele Zoagli - Mameli(181)
GENOVA per RECCO
Car.ma Madre,
Malgrado delle molte calunnie sulla mia facoltà epistolare, eccomi a scriverti, se non molto presto, neanche molto tardi, anzi precisamente prendendo quel beato punto di mezzo, che è presentemente tanto alla moda.
Io qui me la passo benissimo: mangio per quattro, dormo molto, non faccio nulla, penso meno, e questo è l'ideale del mio Paradiso: credo che voi altri farete altrettanto.
Pei venti, o ventuno (giacché debbo trovarmi in Genova prima dei 23; guarda che memoria!) sarò in Genova. Non so quanta occupazione mi daranno gli affari della leva, e però se verrò lo stesso giorno a Polànesi. In tutti i casi la differenza non potrà essere che di uno o due giorni, e ti scriverò. Gabriele ti saluta. Scrivimi se l'arrivo di papà è imminente. Abbracciami tutta la famiglia, e principalmente quella terribile nemica di mia sirocchia(182). Sta sana, dammi delle nuove della famiglia, ed amami.
Tuo GOFFREDO.
P. S. Vien d'arrivare il signor Filippo, che m'incarica di salutarti.
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