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      Il poetico giuramento di Goffredo "Non deporrem la spada" ebbe laggiú degna conferma nei fatti. Certo l'Inno Militare è di quel tempo, o dei giorni che precedettero la nuova partenza dell'animoso legionario da Genova o di quelli che seguirono la necessaria ritirata in Isvizzera. E può essere che il Poeta apponesse quella data al suo Inno, come per rafforzare il giuramento nel sanguinoso ricordo della buona giornata; e ciò avere egli fatto a Lugano, dove anche il Mazzini, semplice soldato nella legione di Garibaldi, si era ridotto al ben noto rifugio. E questo ci chiarisce, fra l'altro, come fosse il Mazzini a mandar l'inno del suo giovine amico al maestro Verdi (residente allora in Parigi) che quell'inno vestí volentieri delle sue note potenti, ma chiese, e propose, alcune varianti qua e là, per comodo del periodo melodico. Riferiamo in proposito la lettera del Verdi, già pubblicata molti anni fa dai giornali, che la riferivano, se ben ricordo, dalla Gazzetta Musicale di Milano.
     
      Parigi, 18 Ottobre 1848.
      Caro Sig. Mazzini
     
      Vi mando l'inno; e sebbene un po' tardi, spero vi arriverà in tempo. Ho cercato di essere piu popolare e facile che mi sia stato possibile. Fatene quell'uso che credete: abbruciatelo anche, se non lo credete degno. Se poi gli date pubblicità, fate che il poeta cambi alcune parole nel principio della seconda e terza strofa, in cui sarà bene fare una frase di cinque sillabe, che abbia un senso a sé, come tutte le altre strofe:
      Noi lo giuriamo..... Suona la tromba" ecc. ecc.; poi, ben s'intende, finire il verso con lo sdrucciolo.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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