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      E allora, e nei giorni antecedenti, come appare dai fatti di Genova e dalla operosa partecipazione che v'ebbe il Poeta, non era tempo da varianti, davvero. Né si ha memoria che l'Inno Militare fosse cantato in quello scorcio d'anno, o piú tardi. Pubblicato dal Mazzini non fu; che, altrimenti, o l'avrebbe detto egli, o ne resterebbe chiara notizia, come di tutti gli atti suoi. Anch'egli, in que' giorni aveva gran cure alle mani, e necessità di muoversi per il suo apostolato infaticabile. "Lasciai, disperata ogni cosa in Lombardia, la Svizzera, e m'avviai, per Francia, verso Toscana." Cosí scrisse egli, facendo séguito alle notizie della lotta iniziata in Vai d'Intelvi, e andata a male tra per la caduta di Milano e le gare inaspettate del D'Apice e dell'Arcioni, capi militari dell'impresa. E di Toscana scriveva il 5 Novembre la lettera, pubblicata nella Pallade, agli Amici Romani (Scritti editi e inediti di G. M. - Vol. VII, pag. 180-81). Dell'Inno Militare, adunque, nessun cenno che fosse conosciuto, innanzi il 1850, per la edizione degli Scritti del Mameli, fatta quell'anno in Genova.
      Vediamo di conchiudere. Io non escludo risolutamente che il Poeta sia stato avvertito della richiesta del Verdi ed abbia fatto mutamenti nel suo Inno. Operoso com'era, poteva anche far ciò, negli ultimi giorni della sua presenza a Genova, o nei primi della sua presenza a Roma. Dico tuttavia che la cosa mi par molto difficile. E ammetto che la frase iniziale "Suona la tromba" si leggesse in un esemplare autografo dell'Inno, invece di "All'armi, all'armi!


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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