VIII.
GLI ULTIMI GIORNI DI GOFFREDO MAMELI,
I.
L'on. Pietro Delvecchio, nel 1885, proponendosi di tessere una biografia di Goffredo Mameli, aveva incominciato a raccoglierne i materiali. Ed erano tra questi i Cenni di Antonio Doria sugli estremi momenti del Poeta soldato. Le cure parlamentari da prima, poscia la morte che colse l'egregio uomo nel 1895, gli tolsero di colorire il concepito disegno; e le note del Doria, insieme con altre carte di appunti, pervennero a me per gran cortesia dell'egregio pubblicista ed amico mio signor Felice Oddone, desideroso ch'io potessi giovarmene in un'opera, che a lui, della gloria di Goffredo Mameli tenerissimo, stava a cuore come a me. Di quelle carte, infatti, mi giovarono alcune paginette di Nicola Mameli, preziose per ricordi domestici; mi giovano qui i cenni del Doria, preziosi ugualmente per ciò che narrano intorno alla fine di Goffredo.
Antonio Doria, romano, ufficiale in sua gioventú nella direzione generale delle Dogane pontificie, aveva animosamente partecipato alle guerre patrie del '49. Caduta la difesa di Roma e restaurato il governo papale, che s'affrettò a radiarlo dal numero degli impiegati, andò esule in Francia, come due altri fratelli suoi, combattenti al pari di lui; uno dei quali, volontario nel 1859, percorse tutti i gradi della milizia italiana, fino a colonnello. Tornato in Roma per la breccia di Porta Pia nel 1870, Antonio Doria ebbe modo di ritrovare la salma del Mameli, e poté darne certa notizia alla famiglia del glorioso estinto.
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