Questa signora č morta, dopo aver serbato in cuore per tutta la vita, religiosamente, quegli epici ricordi: i combattimenti sotto le mura di Roma, la fronte severa e la fervida parola di Giuseppe Mazzini, la marzia e ideale figura di Garibaldi, la pallida faccia e il sorriso etereo di Goffredo Mameli: č morta col sublime tacito compiacimento d'aver visto tutto questo, d'aver fatto tutto quello che san fare cosí divinamente le donne; cioč, assistito a' feriti, cinto degli ultimi soavi conforti i moribondi, sparso una tacita pietosa lacrima sulle fronti bianche de' morti. La storia, in gran parte, non le ricorda; ma esse vivono negli animi dei buoni, e di quelli che serbano la religione delle grandi memorie.
Questa signora non č piú; la figlia, alla cui cortesia io devo queste lettere, e la cui modestia mi impedisce di pubblicarne il nome(197), vide giovinetta il Mameli sul letto di morte; udí dalla madre narrarne gli ultimi momenti. E mi parlava giorni sono di tutto questo con una commozione indicibile del volto e delle parole, mentre i nipotini le scherzavano irrequieti intorno.
Il Mameli č morto senza sapere dell'entrata de' Francesi, aspettando sempre da Parigi una gamba che lo potesse rimettere in grado di combattere; aveva vicino la sua fida ordinanza, a cui per una strana rassomiglianza aveva posto nome Pio IX.
Poco tempo prima di morire il suo volto era illuminato da una grande serena visione, ed andava cantilenando de' versi che nessuno poté udire o capire; due parole furono Santa Caterina(198). Era solo in una stanza; non era proprio biondo, ma di capelli castagni.
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