G. GARIBALDI
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Caprera, 13 Giugno 1864.
Contessa Carissima
Io Vi scrivo cogli occhi umidi, perché non posso pensare a quel Vostro valoroso figlio senza commuovermi.
Grazie, per le bellissime poesie, e per il ritratto, che mi sarà compagno sino alla morte.
Sí, madre dell'eroico mio fratello d'armi, egli fu ferito al mio lato, ed io contemplai con ammirazione le sembianze gentili e freddamente intrepide del giovine guerriero Italiano, morente per la piú bella delle cause.
Voi, che imprimeste la vostra immagine in quella bell'anima, permettete ch'io deponga sulla vostra mano un bacio d'amore, e che mi tenga per la vitaVostro G. GARIBALDI
Caprera, 8 Agosto 1864.
Contessa Carissima
È una fatalità gravitante sulle nazioni, cotanta diversità d'indole negli individui, mentre all'apparenza dell'involto di creta si direbbero della stessa natura. Sotto l'aspetto d'uomini, brulicano certi esseri che dell'uomo sono la vergogna, nati come gli insetti roditori, o come le velenose erbe .... ciurmaglia che affligge il genere umano, e ne ritarda, o ne fa vano il progresso. Da un'altra parte Voi vedete un'eletta schiera, di giovani principalmente, votarsi ad ogni disagio della vita, ad ogni sacrificio, alla morte, per il bene della loro patria e dell'umanità. Essi rattengono il grido di maledizione, che, procedendo nella vita, uno darebbe alla sua propria specie.
E tra quei giovani che riconciliano coll'umana famiglia, che sono il tipo del cavalleresco in questo secolo di brutture, che vi fanno non disperare dell'avvenire, io, commosso, intenerito, riconoscente mi specchio nella bella, gentile, simpatica figura del giovine guerriero poeta, di quella perla dell'Italia e della gioventú Italiana, Goffredo Mameli.
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