Il mio cuore è ben indurito dalle vicende della procellosa mia vita: ma la memoria di Mameli, la sua perdita, mi hanno straziato, e mi straziano, pensando alle glorie perdute dell'infelice mio paese.
Italia mia! Non la Italia delle turpitudini e del lucro quella del tanto per cento, quella curvata sotto la sferza dell'Ibero, del Borbone, del Croato! Non quella della pancia e della prostituzione! Ma l'Italia ideale, sublime, quella concepita da Dante, quella per cui morivano i Bandiera a Cosenza e migliaia di giovani sotto le mura della sua Metropoli, esaltandola moribondi, acclamandola mutilati! Ebbene, quella Italia del mio cuore aveva trovato il suo bardo, Mameli, al volto d'angelo, al cuore d'un Masina. Non gli ermafroditi suoi istrioni, i suoi eunuchi, ma egli, Mameli, avría trovato l'inno Italiano, l'inno che la sollevasse dalla polve, quando generato da un Mameli! I nati sotto il cielo d'Italia non abbisognano dell'estraneo per redimersi, ma d'unione, e d'un inno che li colleghi, che parli all'anima dell'Italiano, coll'eloquenza del fulmine, la potente parola del riscatto!...
G. GARIBALDI
X.
BIOGRAFIA DI GOFFREDO MAMELIdettata da Michel Giuseppe Canale(202).
Sanguina il cuore e trema la mano nell'atto di compiere al pietoso uffizio, lamentando la perdita di questo caro e magnanimo giovane. Io a lui da tanto tempo affezionato, da tanto tempo amico, a lui che dai piú teneri anni vidi nascere e svilupparsi nell'altezza dei pensieri e nella nobiltà degli affetti, a lui io debbo questo pietoso uffizio.
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