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      Giunto lo stuolo sulla piazza della chiesa di Nostra Signora in Oregina, i Decurioni della città e gli Ecclesiastici entrarono in chiesa, ove si diede la benedizione del Santissimo. Quindi la comitiva ripiegò per la villa dei signori Elena e Pian di Rocca, seguitando la discesa dall'Albergo verso la piazza dell'Annunziata, e percorrendo di nuovo le Strade Nuovissime e Nuove giungeva in Portoria, ove l'effigie del Balilla risvegliava nel popolo l'antico valor dei padri nostri, e finalmente recavasi all'Acquasola, ed ivi scioglievasi. Durante il ritorno da Oregina erano perseveranti i gridi di viva la Costituente Italiana, viva il Popolo Sovrano, abbasso il Ministero Pinelli, abbasso l'Aristocrazia, abbasso i codini, viva il deputato avvocato Pellegrini, ed altri tali, gridi tutti pieni d'entusiasmo e forieri di grandi avvenimenti per i figli d'Italia. Fratelli, siate fermi e concordi fra voi, confidate in Dio, che è Dio degli eserciti e sta ne' cieli: Egli dall'alto irriderà e fulminerà i vostri nemici.
     
      Genova 15 Decembre 1848.
     
      (Estratto dal Piccolo Corriere delle Dame.)
      XII.
     
      IN MEMORIA.
     
      Del ritrovamento della salma di Goffredo Mameli, poi che Roma nel 1870 fu libera, abbiamo detto abbastanza nella Appendice VIII. Ricordiamo qui le solenni onoranze rese a quei nobili avanzi il 9 Giugno del 1872, quando furono trasportati dalla chiesa delle Stimmate a Campo Verano.
      Ecco il manifesto in quell'occasione pubblicato:
     
      Romani,
     
      Domenica prossima, alle 9 del mattino, dal sotterraneo della chiesa delle Stimmate verrà trasportata al Campo Verano la salma di Goffredo Mameli, che ventenne eroe e poeta cadde sotto le mura di San Pancrazio difendendo nella Repubblica Romana la libertà; quella libertà, che, voluta da propositi virili ed auspicata dal sangue di lui, rifulse vittoriosa vent'anni dopo su Roma, rivendicata capitale d'Italia.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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