Che gloria! Che luce! e come, quanto piú i nobili fatti si allontanano nel tempo, e i capegli dello spettatore s'imbiancano, come piú cresce l'imagine radiosa! Ah, lo spettatore ammirato non si dorrebbe di avere piú colma la misura degli anni, piú bianchi intorno alla fronte i capegli, solo che avesse veduti piú da presso i bei combattenti delle prime giornate, veduto te, o Goffredo, portando oggi nell'anima il ricordo di esserti stato vicino, nell'alta poesia di quella vita, che fu tutto uno sprazzo di luce in cosí breve termine di stagioni, tra la scuola donde escivi, timido efébo, e la tomba che si dischiuse per accoglierti, eròe! Due anni appena, e già tanto raggio di gloria italiana, che sfolgorò dalla mia Genova, ed oggi ancora si riflette su lei!
Dite, come non dovrebb'ella gloriarsi, la vecchia signora dei mari, lontana preparatrice di mirabili esempi, assidua custode di civili tesori, provvida nutrice di spiriti pugnaci ai novissimi tempi d'Italia? Nell'àmbito di poche miglia a lei concessero i fati benigni due scogli, due are della patria: Posalunga e Quarto; il recesso di preparazione all'apostolo, il lido di partenza al guerriero; là il veggente, ancor giovine e solo, ma già visitato nella notte dai genii della risurrezione; piú sotto il famoso capitano che monta in nave, portando con sé mille uomini e il destino di ventisette milioni. Madre di Giuseppe Mazzini e di Giuseppe Garibaldi (se vale la testimonianza delle origini), non doveva ella dar anche alla patria il cantore di quella guerra che essi avevano suscitata ed accesa?
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