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      Quanti amano ancora la patria, io domando, quanti la sentono ancora com'egli, con intelletto di filosofo, con anima di poeta, con cuore di figlio? Tu pure cosí la sentivi, o Agostino Bertani, che la morte ci ha tolto. Felice, infine!... Chi mai, se pensa, è oggi felice del vivere? Sei morto fedele agli ideali della tua giovinezza: la Italia su tutto; la Italia e la libertà; con la Italia e la libertà, la redenzione di tutti i soffrenti. Gentil cavaliere, che il vasto ingegno e l'arte maestra potevano far ricco: e quello e questa usasti prodigo a benefizio della tua terra e sei vissuto modesto e sei morto povero come doveva morire chi ebbe un giorno grande potenza tra le mani, e se ne giovò, sí.... per mettere una carabina nel pugno a tutti quei giovani cui un eccelso pensatore e un eccelso capitano avevano ridata la coscienza di un nervo nel braccio. Tu hai raccolta, o Bertani, la miglior parte di Goffredo; tu che hai lenite con fraterna cura le sue ultime angosce: tu che hai pietosamente composti i suoi occhi al lungo sonno della morte. E fu quello, o Bertani, il primo tuo atto di cittadino genovese; e alla tua pietà, o gentile Lombardo, doveva venire, sul tuo cadavere ancor tiepido, una parola riconoscente da Genova.
      Bei morti!.... Io non so, signori, come sia che a me tocchi sempre, in quest'aula, ufficio di lacrime. Non me ne dolgo, perché mi date di piangere lacrime sacre. Non le piangeva il collegio degli Augustali, quando tributava onori divini ai mostri della tirannide.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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