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      L'arciduca Ranieri - mi scriveva Emilio il 22 aprile da Corfú - viceré del Lombardo-Veneto, mandò uno de' suoi a mia madre, a dirle che ov'essa potesse da Corfù ricondurmi a Venezia ecc. ecc. Mia madre crede, spera... e giunge qui, dove vi lascio considerare quali assalti, quali scene io debba sostenere. Invano, io le dico che il dovere mi comanda di restar qui... che nessuna affezione mi potrà staccare dall'insegna che ho abbracciata, e che l'insegne d'un re si debbono abbandonare, quelle della patria non mai
      . MAZZINI, Ricordo sui Fratelli Bandiera.
      (56) "Come sosterranno questa rovina mia madre e mia moglie, creature delicate, incapaci forse di resistere a grandi dolori?" Quand'egli (Attilio Bandiera) mi scriveva queste parole, sua moglie era morta. Avvertita da Emilio del progetto di fuga, avea, finché l'esito rimanevasi dubbio, mantenuto il segreto, e la forza d'animo necessaria a non tradire le inquietudini mortali che l'opprimevano; poi, saputo in salvo il marito, avea ceduto al dolore: donna rara, al dir di chi la conobbe, per core, per intelletto, e per bellezza di forme". MAZZINI, Ibid.
      (57) "La mattina del giorno fatale furono trovati dormendo.... ecc. "Un prete venne per confessarli; ma essi lo respinsero dolcemente, dicendogli: ch'essi, avendo praticato il Vangelo, e cercato di propagarlo anche a prezzo del loro sangue fra i redenti da Cristo, speravano d'esser raccomandati a Dio meglio dalle loro opere che dalle sue parole, e lo esortavano a serbarle per predicare ai loro oppressi fratelli in Gesù la religione della Libertà e dell'Eguaglianza.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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