.... Gridarono: Viva l'Italia! e caddero morti". MAZZINI, Op. cit.
(58) Dal quaderno "Un po' di tutto" 1846. I versi danteschi che stanno ad epigrafe sono della Canzone: "O patria degna di trionfal fama" . Non le appartiene, per altro, l'emistichio "Disonorata te..." Ma il Nostro l'avrà aggiunto, interpretando il pensiero di Dante, che in quel luogo, per l'appunto, stabilisce un dilemma tra il ben fare, a cui potrebbe volger Fiorenza, essendone onorata, e il mal fare, che la potrebbe condurre a tempeste maggiori delle già sopportate.
(59) La nota è in margine, di pugno del Poeta, che s'era avvisto del rimaner sola col tronco in o la strofa antecedente, e pensava di aggiungerle la sua compagna di rima.
(60) Spiega, forse per èsplica, svolge, rappresenta.
(61) A questa strofa seguono nel manoscritto, ma cancellati, i primi quattro versi di un'altra, il cui pensiero è stato fecondo piú sotto, nella apostrofe a Giuseppe Mazzini:
Tempo verrà che profughiDue Grandi in suol britanno
Leggano il cor del profugo,
E gl'Itali li udranno.
(62) In un foglio separato; ed anche, con qualche divario qua e là, nel quaderno del 1846 "Un po' di tutto", dove sta dopo l'ode Dante e l'Italia. Ma l'idea ne è anteriore, poichè l'abbozzo della prima strofa, e d'una parte della seconda, si ritrova piú su, due pagine dopo l'epitalamio Ad un Angelo, e subito innanzi all'ode Roma.
(63) Da questo punto, in una prima ispirazione, poi rifiutata, la strofa proseguiva cosí:
Perocchè ad esse in coreTutto facessi amore,
E ciò che lungo studio
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