Lo colloco tra la Buona Novella e il Fratelli d'Italia, appartenendo esso, per la ispirazione, allo stesso periodo dei componimenti accennati.
Ed è forse di questo periodo, e deriva dallo stesso momento d'ispirazione del "Salve, o risorta" la strofa seguente che leggo, autografa, in un foglietto separato:
Lode al Signor! GermogliaLa quercia inaridita:
Sgorga dalle macerieIl fonte della vita.
Roma levò la faccia,
E la sua faccia è bellaDi gioventú novella.
Sulla caduta i secoliPesàro invano. Simile
A Roma è il Sol; tramontaPer riapparir più splendido
Padre di novo dí.
(72) Per la data del "Fratelli d'Italia" (settembre 1847) vedi il proemio a pag. 25. Del primo getto di quest'Inno reco il facsimile, tratto dal secondo quaderno del 1847, già ricordato altre volte. Il lettore noterà in esso la mancanza della felicissima frase iniziale, che dovette scattar poi, dopo un certo periodo di meditazione, discacciando forme anteriori, faticose e non belle. Che le strofe di quest'inno siano sgorgate a tutta prima tumultuariamente dall'anima del Poeta, è dimostrato dalla numerazione che egli vi appose, per riordinarle.
(73) Fu scritto per il 10 dicembre 1847, giorno della grande passeggiata votiva di tutto il popolo Genovese al santuario di Oregina, celebrandosi il primo centenario della cacciata degli Austriaci da Genova; e fu recitato dall'Autore il 9 dicembre, nel banchetto d'onore offerto dagli studenti Genovesi, nell'albergo de la Ville, a Terenzio Mamiani: il quale, nel suo discorso a quei giovani, lodò grandemente il poeta.
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