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      Sí che tardi per altri si ricrea.
      (161) In tre carte grandi, separate, e scritte su tutte le sei facce. Pare dal contesto un discorso tenuto in una adunanza, o comitato di giovani, per promuovere la fondazione di un giornale politico e letterario. Appongo a questo discorso un titolo, per necessità di distinguerlo dagli altri, nell'ordinamento della nostra pubblicazione.
      (162) La lacuna si riscontra in fine della terza facciata dell'autografo. Ma doveva esser di poche parole, tanto che si potrebbe colmare con queste: "letterariamente l'opera nostra".
      (163) "Fatto in un pranzo popolare il 10 settembre 1846", è stato scritto, di mano a me ignota, sopra la striscia di carta in cui ho trovato chiuso l'autografo. Dal contesto del discorso apparisce evidente che siamo nell'anno dopo il centenario della cacciata degli Austriaci da Genova. E del resto, sul medesimo autografo, Goffredo ha scritto il numero 47, come per indicare la data: e a mezzo il secondo paragrafo la frase "cento anni silenziosi passarono" è venuta a correggerne una anteriore, che suonava cosí: "cento e un anno passarono". Per contro, non possiamo ammettere che il presente discorso sia stato pronunziato il 10 dicembre 1847, poiché in esso stanno le parole: "la prima volta fu il X dicembre sul mortaio di Portoria"; parole che accennano manifestamente a non troppi giorni trascorsi. Il pranzo, se pranzo fu, sarà stato dello scorcio di quel mese; e allora i conti tornano. E possono anche spiegarsi le parole "Ma l'anno scorso i popoli della Penisola si agitarono , e in quel giorno arsero subitamente gli Apennini" come un accenno alla vera ricorrenza cronologica del centenario, che cadeva per l'appunto al 10 dicembre 1846.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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