S'era perfino concertato che due individui, cogliendo in una locanda l'opportunità che varii Bersaglieri vi si trovassero riuniti, venissero alle mani, e si ferissero ad arte con bicchieri; onde poi intervenuti per curiosità od altro i Mantovani, si avesse pretesto per la truppa di arrestare tutta la colonna e spedirla a Torino. E ciò seguí, ma senza effetto, giacché le cure previdenti dell'egregio capitano Mambrini fecero sí che i Bersaglieri si ritirassero all'istante da quel luogo, lascian. . . . . . . . .".
(*) Cosi nel manoscritto, e nella forma antica del nome, forse ricordando il dantesco: "Intra Siestri e Chiaveri s'adima". Inutile il dire che il popolo della "fiumana bella" sempre animato di spiriti generosi, non è qui punto in causa. Siamo a tempi turbati, e le diffidenze accortamente seminate nel popolino sul passaggio della colonna Mantovana spiegano abbastanza i fatti spiacevoli, colà e più oltre avvenuti.
(178) La convocazione dell'Assemblea Romana fu del 5 febbraio. Questo indirizzo, uscito a stampa, dettato dal Mameli, dovrebbe essere della vigilia, o di ben pochi giorni anteriore.
(179) Questo indirizzo è opera del Mameli, che lo dettò per incarico del Comitato. E ciò, oltre che risulta dalle testimonianze del tempo, s'intende dalla stringente dialettica, dallo stile, dalle medesime argomentazioni che ricorrono negli altri scritti di Goffredo, appartenenti a quel periodo elettorale del gennaio 1849, in cui egli si moltiplicò, per cosí dire, adoperandosi in tutti i modi pel trionfo della Costituente.
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