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      Non diversamente per il Diritto che non può occuparsi di questo o quel terreno, ma del principio di proprietà che non può esser nulla di sensibile, nulla di corporeo. E passando all'Arte, è semplicemente una nostra illusione il fatto che cade sotto i nostri sensi il quadro, la statua, la nota musicale - in quanto non è in essi l'oggetto dell'arte, bensì nella rispondenza dei medesimi ad una situazione psicologica interna che l'artista ha voluto esteriorizzare. Quanto alla Matematica è noto a tutti che il suo oggetto di studio siano i numeri, le figure geometriche, le formule algebriche che non sono altro se non formae mentis, creazioni mentali di cui ci serviamo per rappresentarci la realtà esteriore, ma che in questa realtà non trovano alcuna rispondenza. Forse a prima vista parrebbe che quest'oggetto concreto, cioè corporeo e materiale, possano vantarlo le Scienze Sperimentali, ma così non è se noi vogliamo considerare che i corpi non sono l'oggetto di studio di dette scienze, bensì i mezzi di cui esse si servono per scoprire i caratteri dei corpi stessi, cioè i rapporti che legano i corpi fra loro in relazione alla Scienza singola: e, se è così, nessuno può dirci che questi rapporti cadano sotto i nostri sensi.
      Dunque anche su questo terreno lo altre branche del Sapere sono costrette ad onorare la Filosofia della loro solidarietà, anche questo processo comincia a svolgersi come il primo. Procediamo dunque oltre e vediamo se la seconda asserzione, come abbiamo dimostrato per la prima, può ridursi ad un altro determinato atteggiamento del pensiero, ad un altro sistema filosofico: per parlare di un astratto filosofico è necessario opporgli un concreto pratico nel senso di corporeo, di materiale che possa conferire una ragion d'essere ad un'altra qualsiasi branca dei Sapere; ma, poiché l'atto conoscitivo non è né materiale, né corporeo, se ne deduce che l'oggetto dovrebbe esistere indipendentemente dall'atto conoscitivo, cioè dovrebbe essere fuori della conoscibilità, perché ciò che è corporeo e materiale, occupando uno spazio, non può essere in alcunché di immateriale che non occupa nessuno spazio.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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