È dunque contraddittorio il criticismo come pensato, ma non sono contraddittori Socrate e Kant in quanto pensano, e cercano di superare l'uno le contraddizioni della dottrina eleatica, atomista o sofistica, l'altro quelle dell'empirismo e del razionalismo considerati come sistemi.
Ed infine veniamo al momento conclusivo o idealista. La contraddittorietà e l'astrattezza non consistono nello sforzo di Platone o del Gentile per giungere ad una conclusione: finché questo sforzo rimane sforzo, cioè pensiero che pensa, non può essere contraddittorio né astratto per quel che abbiamo dimostrato, diventa invece l'una cosa e l'altra quando è ordinato in sistema preso in sé, cioè quando diviene pensato.
Infatti, mentre Platone è coerente e concreto allorché al soggetto socratico rimasto privo di oggetto oppone un oggetto senza cui il soggetto non potrebbe esistere e quindi non sarebbe soggetto concreto, l'idealismo trascendente è contraddittorio ed astratto perché le Idee - considerate come innate - essendo poste fuori del pensiero che le pensa diventano oggetti di cui poi dovrebbe esistere il pensiero, cioè l'Idea. E così, mentre è coerentissimo e concretissimo il Gentile perché cerca, di fronte alle difficoltà che presenta il dualismo di trascendenza ed immanenza, di assorbire la prima nella seconda con l'atto puro, l'attualismo, considerato indipendentemente dal Gentile, non lo è affatto, perché identificando il pensiero con la realtà, sarà pur necessario domandarsi se il pensiero è realtà perché è pensiero e cioè se tutto ciò che è pensiero è realtà, vale a dire se il fatto di esser pensiero sia condizione necessaria e sufficiente per essere realtà, nel qual caso tutti i pensieri sono veri e quindi tanto quello del Gentile che identifica il pensiero con la realtà, quanto quello di coloro che ammettono la trascendenza e negano questa identificazione; ma se noi ammettiamo questa identificazione e diciamo che non sono pensieri veri quelli che non identificano il pensiero e la realtà - abbiamo che vi sono dei pensieri che non sono realtà; e se infine crediamo che solo il pensiero che identifica pensiero e realtà è vero, e che gli altri non sono veri, allora giungeremo alla conclusione che il pensiero non è realtà perché è pensiero ma che è realtà solo se è realtà. In altri termini l'esser pensiero non è condizione sufficiente per essere realtà, e quindi la realtà è qualche cosa di diverso dal pensiero, è qualche cosa che trascende il pensiero - e così l'attualismo cela in sé un'aspirazione alla trascendenza che s'illudeva di avere distrutta.
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