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      Questa difficoltà, che abbiamo anche incontrato in una eventuale concezione classificazionista della Scienza, è ancor più grave nella Storia, ove l'oggetto di osservazione non è la Natura inerte, ma è l'uomo stesso che è pensiero ed attività - di guisa che gli avvenimenti storici non possono essere né spiegabili, né giustificabili all'infuori ed al di sopra del pensiero umano che li determina: non è quindi possibile una Storia obbiettiva (ma l'obiettività della Storia non può consistere - come volgarmente s'intende - nella sua esteriorità, bensì nella sua realtà che è pensiero) che cataloghi avvenimenti sopra avvenimenti, prescindendo dall'attività del pensiero che li determina in quanto gli avvenimenti storici non possono trovare la loro spiegazione in se stessi. Infine una Storia così ricostruita in base a dati esatti quanto si vuole, ma prescindendo dai rapporti che legano fra loro questi dati, servirebbe unicamente a soddisfare la curiosità di qualcuno, ma perderebbe ogni interesse umano, ogni importanza storica.
      Non v'ha dunque Storia possibile che non presupponga l'attività del pensiero come determinante degli avvenimenti e come ricostruttrice originaria degli avvenimenti stessi: non v'ha, in altri termini, Storia se non identificata colla Filosofia.
     
     
     
     
      Il Diritto
      Tra le critiche che numerose ai muovono alla ragion d'essere della Filosofia da non pochi cultori di ogni branca del Sapere, neppure una abbiamo potuto rintracciarne che provenga, non diremo dai Giuristi, ma neanche dai più modesti, dai più semplici cultori delle discipline giuridiche.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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