Ed allora l'Economia, sotto questo aspetto, non può essere considerata come Scienza, ma piuttosto come Storia e come Diritto.
I problemi fondamentali dell'Economia non sono diversi da quelli della Storia e da quelli del Diritto, oltre che per il fatto che essa si svolge e si concretizza storicamente anche perché non può prescindere dallo Stato considerato come coscienza giuridica e come coscienza storica: non si può concepire se non empiricamente una Economia che si svolga indipendentemente dallo Stato, e perciò tutte le teorie che concepiscono una netta distinzione fra i due termini si risolvono nelle correnti empiriche.
La cosiddetta economia liberale, per es., si risolve nei suoi termini contraddittori allorché pone come suo presupposto la neutralità dello Stato nei problemi della produzione o del consumo, in quanto considera poi produttori e consumatori nei limiti dell'attività dello Stato stesso nella loro qualità di cittadini - come se le due attività potessero scindersi, e come se fosse possibile realizzare i fini dello Stato, prescindendo dall'attività economica dei singoli e delle classi.
In secondo luogo non è possibile che l'Economia studi i rapporti tra i risultati raggiunti ed i mezzi impiegati per raggiungerli perché questi rapporti non sono e non possono esser mai costanti, come la definizione presuppone. L'importanza del risultato è la conseguenza non solo degli sforzi impiegati, ma soprattutto dell'attualità storica in cui il primo si ottiene ed i secondi si impiegano: ora é appunto questa attualità che non può in alcun modo calcolarsi nella determinazione dei suddetti rapporti, in quanto essa non è che attività del pensiero irriducibile assolutamente a formule algebriche ed aritmetiche.
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