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      Ora, non essendo questi rapporti costanti, ne viene di conseguenza che solamente possano studiarsi i rapporti fra mezzi già impiegati e risultati già raggiunti, e non tra mezzi che si dovrebbero impiegare e risultati che si potrebbero raggiungere; ma, in questo caso, il compito dell'Economia sarebbe qualche cosa di inutile perché il suo valore dovrebbe consistere invece nel fornire i criteri di porre quei rapporti per poter determinare l'attività economica avvenire. Compito dell'Economia è in altri termini quello di insegnare a raggiungere il massimo risultato applicando il minimo sforzo, non già di valutare i risultati passati (che non possono più verificarsi per la provata incostanza dei rapporti) in base ai risultati impiegati, nel qual caso lo studio della Economia sarebbe... uno sforzo sproporzionato ai risultati che si prefigge.
      Pure questi rapporti avvenire si possono conoscere attraverso quelli passati, ma soltanto inserendoli nella concretezza attuale, nella concretezza storica, in quanto c'è nella loro determinazione una cosa costante, l'attività del pensiero che ai concretizza storicamente; ma in questo caso lo studio dell'Economia non si limita ai rapporti suddetti, ma è necessario che penetri nell'attualità storica in quanto attività del pensiero, che i detti rapporti pone e non presuppone.
      Infine non è possibile che lo studio di questi rapporti, sia pure considerandoli posti e non presupposti dall'attività del pensiero, sia considerato come il carattere distintivo e quindi definitivo dell'Economia, perché si dovrebbe presupporre che nelle altre scienze e nelle altre forme di attività si possano concepire dei mezzi inadeguati al risultato che si propone di raggiungere colui che li adopera, e ciò non solo contro ogni criterio logico, ma perfino contro il più elementare senso comune.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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