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      Così abbiamo affermato il carattere universale dell'Economia, universale perché non considera la forma economica dell'attività umana come pertinente all'uomo individualmente ed empiricamente preso, ma all'uomo nella sua universalità. in quanto i bisogni umani non possono esser soddisfatti prescindendo dall'attualità sociale e storica in cui essi si manifestano; l'attività in quanto senza di essa i bisogni stessi non potrebbero né porsi, né esser soddisfatti; il pensiero in quanto è in esso che si pongono i rapporti fra mezzi e risultati per l'avvenire in base alla coordinazione del principio di causalità con quello di finalità che son leggi del pensiero in quanto dal pensiero son poste. Non v'ha dunque dubbio che sul terreno positivo come su quello negativo si debba concludere per l'identità di Economia e Filosofia.
     
     
     
     
     
      La Ginnastica
     
      A molti sembrerà strano che in un lavoro che è o, almeno, pretende essere di filosofia si dia adito non solo, ma perfino si dedichi un apposito capitolo ad un argomento che n'è tanto lontano; pure per noi questa stranezza e questa lontananza non esistono se non come poste, anzi presupposte da quelle medesime correnti empiriche già lamentate e che in questo, come in altri campi dell'attività umana, hanno sempre predominato e continuano, malgrado tutto, a predominare.
      Una di queste correnti infatti, ritenendo che ogni esercizio di carattere fisico non sia che una distrazione da quella che deve essere la severità e la serietà degli studi, propende, nelle sue conclusioni estreme, pel completo sacrifizio della Ginnastica allo studio o tutt'al più, nelle sue forme moderate, al relegamento di essa nelle ore di ozio, considerandola come una specie di riposo e privandola di molte manifestazioni concrete in cui essa si realizza; viceversa un'altra corrente, ritenendo che la forza umana debba intendersi essenzialmente come forza fisica per cui l'unica salute è quella del corpo che lo studio può deprimere, ma non rafforzare, perviene naturalmente alla conclusione opposta e propugna l'estensione obbligatoria a tutti della Ginnastica ed in tutte le sue manifestazioni concrete, e la limitazione dello studio al minimo delle nozioni indispensabili alla vita contingente, mentre quelli che sono gli alti problemi che l'attività del pensiero si pone resterebbero di competenza di pochi eletti ossia di pochi illusi che da se stessi si pongono al bando della Vita.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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