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      Non ci fermeremo neanche un momento ad esaminare la legittimità di tante discipline filosofiche, sia perché perderemmo l'obbiettivo propostoci, sia perché necessariamente dovremmo uscire dai limiti preventivamente imposti al nostro lavoro: del resto in questo esame non faremmo che ripeter quanto già dicemmo, in quanto è già ovvio che, se non crediamo alla esistenza di attività autonome e distinte, cioè alla possibilità che l'attività originaria del pensiero si scinda nelle sue forme, a più forte ragione non possiamo considerare quest'attività del pensiero già scissa e poi sottoscissa in quelle che sarebbero le sue attività, e poi scisse ancor queste così all'infinito. Ma su di un punto importantissimo non possiamo assolutamente sorvolare, sul problema cioè della cosiddetta Pedagogia, che ci ha indotti a premettere una non lieve introduzione appunto perché noi intendiamo procedere più sicuramente e più risolutamente alla sua soluzione.
      Intanto il porre il problema della Pedagogia come a sé stante, e quindi la Pedagogia stessa come disciplina autonoma e distinta, suddivisa a sua volta nelle sottobranche della Psicologia infantile, della Didattica, della Morale e della Storia della Pedagogia presuppone l'accettazione di alcune condizioni indispensabili, e cioè: a) - la determinazione, cioè la limitazione dell'oggetto di studio; b) - la possibilità di questa limitazione e determinazione come caratteri essenziali della sua autonomia; c) - la possibilità che essa si scinda ancora in altre sottodivisioni.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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