Ora abbiamo detto che determinare e distinguere significa definire, appunto perché solo la definizione può darci i limiti, le determinazioni e può quindi conferire i caratteri dell'autonomia ai distinti: è necessario dunque, perché la Pedagogia sia possibile come disciplina filosofica autonoma e distinta, prima di tutto, che sia definita. Ora effettivamente le definizioni di essa non mancano, ed anzi la loro molteplicità è la prima prova che... manca la definizione esatta; ma, poiché noi vogliamo esser sempre esaurienti, ne adottiamo una come punto di partenza, quella cioè in cui pare che si accordi la maggioranza dei trattatisti: "La Pedagogia è la Scienza dell'Educazione". Se non che l'accettazione di questa definizione implica ancora l'accettazione di altre due condizioni essenziali, e cioè che essa possa esser considerata una Scienza e che si proponga come suo compito essenziale, cioè che abbia come oggetto di studio, il problema dell'educazione.
Ma ecco qui le prime difficoltà contro cui si va ad urtare: in primo luogo la parola "scienza" non si sa se si debba intenderla nel suo significato razionale di forma scientifica dell'attività del pensiero che inventa e scopre per poi sistemare, oppure in quello empirico di sistemazione già fatta di invenzioni e scoperte, di forma scientifica presupposta alle invenzioni ed alle scoperte o di sistemazione già data. La definizione non precisa questo punto, ma è chiaro che essa intenda riferirsi alla seconda interpretazione in quanto essa parte da una implicita ammissione della distinzione e dell'autonomia delle attività umane il che esclude ogni attività originaria come presupposta alle sue forme: considera dunque la Pedagogia una Scienza distinta ed autonoma dalle altre, cioè una Scienza empirica come le altre.
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