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      In altri termini, noi non possiamo trovare nessun criterio razionale che giustifichi la distinzione, il dualismo fra educatore ed educando, perché le condizioni che realizzano l'autonomia e la distinzione del primo vengono a mancare prima perché educatori si può essere solo in relazione con l'educando, da cui pertanto non si può prescindere, poi perché l'efficacia educativa dell'educatore consiste nel rifare, nel rivivere la sua vita di educando, infine perché l'educatore coll'educare educa se stesso e quindi diviene educando; e rovesciando i termini si avrà prima che l'educando è in quanto è in relazione con l'educatore, poiché esso si educa perché divenga a sua volta educatore, infine che esso educa il suo educatore nell'atto stesso in cui viene educato.
      Ora, posta così la questione, risoluti i termini del rapporto in un termine solo che è l'Umanità in seno alla quale non è possibile, se non empiricamente, alcuna distinzione in età autonome e distinte, e dimostrato, in conseguenza, che il problema dell'educazione riguarda tutta l'Umanità in quanto Pensiero - risulterà chiaro il carattere storico della stessa educazione. L'educazione è infatti svolgimento continuo della personalità umana, svolgimento che non può arrestarsi se non con l'arrestarsi dell'attività umana, appunto perché è questa stessa attività umana, perché è Storia: questo svolgimento continuo esclude da per se stesso la costanza del rapporto, dopo che il rapporto stesso é stato escluso con l'eliminazione dei termini empiricamente ad esso presupposti.


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La Ragione d'essere della Filosofia
di Giuseppe Mannarino
Tipogr. Abramo Catanzaro
1931 pagine 111

   





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