Ne mancano finalmente, seconda che il Buommattei vuole, Esequie, Minacce e Reni, fidatosi egli peravventura in tutti questi del latino, che destituto è di plurale. Ma quel che afferma per cosa chiara il Buommattei, approvar non oserei io già. E che io sia di parer contrario al suo se ne dia carico all'antica Toscana Versione di Santo Agostino della Città di Dio, testo a penna stimabilissimo, che fu già di Pier del Nero, ed ora della libreria de' Guadagni, in cui si legge fra l'altre; Tutto comprese quella minaccia; ma non che questo, se ne incolpi anche il Volgarizzamento delle Favole attribuite ad Esopo, che nel singolar numero lo va usando.
Di Esequie ed Essequie si trova il singolare Esequio ed Essequio negli antichi; e, quel che è più, in Matteo Villani, MS. di Corso de' Ricci, che vale a dire nel più prezioso testo che si trovi di quell'Istoria, al libro 9, cap. 43, Esequia si legge. Sembra ancora che Doglie, in significato de' dolori del parto, sia voce che non abbia singolare; ma chi udirà parlarne ai professori di medicina, vedrà benissimo, che il singolare vi è, e da loro ben sovente si adopra. Similmente il Rene è de' notomisti; e il Redi nelle Osservazioni degli Animali ne fa uso. Ma non bisogna, per mio avviso, lasciarsi in questo portar dal latino, che è malsicura guida; sebbene (per fermarmi su questa medesima voce, su cui è caduto ora il discorso) quanto è vero, che i Latini non hanno d'ovvio che il plurale Renes, altrettanto in andando co' tempi più addietro, si trova che ne' più antichi vi ebbe chi al suo bisogno usò benissimo il singolare, e questi tra gli altri fu Plauto, che Rien un solo Rene addomandò.
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