Nè si tralasci che noi usiamo alcuna fiata di appellare col numero del più ciò che è in verità singolare; dicendosi comunemente Un par di stadere, in vece della stadera, Un par di seste, in vece d'una sesta; Un par di librettine, il Libretto dell'abbaco.
Mancano poi del plurale Niuno, Nessuno, Veruno, Ciascuno, Ciascheduno, Qualcuno, comecchè il volgo in questo vada errando, Ognuno, Qualunque, Qualsivoglia ed Ogni, che gli scrittori del buon secolo dissero anche Ogne. E ben su quest'Ogni nasce disputa fra i grammatici se egli serva ora, come servì già, al plurale, e chi è per la parte affermativa, cita a suo favore il nome di Ognissanti. Quello, che da i nostri regolatori si prescrive, è, che oggigiorno deesi l'uom guardare di far che l'Ogni al plurale vada servendo.
Mancano nullameno del plural numero le voci Ventuno, Trentuno, Quarantuno, e andiam così discorrendo, dicendosi Ventuno scudo, e non Ventuni; o al più come il Petrarca:
Tennemi Amore anni ventuno ardendo;
e altrove:
Cantando anni trentuno interi spesi;
ove gli Anni si vanno accordando col Venti, che è ad essi più vicino, dovechè in Ventuno scudo sopra accennato, si accorda Scudo coll'Uno, che lo rasenta.
Nè si vuol lasciar di dire, per maggiore intelligenza degli scrittori del Sermon prisco, qualmente moltissime fiate s'incontra in loro il passaggio dal numero del meno a quello del più, e da quello a questo, sopra di che allegare esempli è superfluo. E tanto basti del numero in tutte le occorrenze aver detto.
Perchè poi della persona non abbiamo cosa, che dir faccia di mestiere, passeremo a dire del genere, principalmente del comune e del promiscuo.
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Libretto Niuno Veruno Ciascuno Ciascheduno Qualsivoglia Ogne Ognissanti Ventuno Trentuno Quarantuno Ventuno Ventuni Petrarca Amore Venti Ventuno Scudo Sermon
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