Costume questo venuto in Italia, se io non sono ingannato, dall'Alemagna, dove la voce Ing, che noi abbiamo italianizzata dicendo Inghi, equivale alla latina Filius, onde Wolsing, che da noi si disse Bolsinghi, vale appunto Filius Bulsi, e così leggiamo in antichissime membrane. Di qui Mazzinghi, Lotteringhi, Upezzinghi, Tosinghi, altre volte appellati i Figliuoli della Tosa, e mille e mill'altri. Per questa strada adunque andando indietro rintracciano i genealogisti l'origine delle famiglie per varie denominanze in vari tempi addimandate; le quali per altro non sempre traggono dal genitivo il casato, ma lo pigliano talvolta ancor da un luogo, o da simil cosa; nel qual caso vengono ad essere nomi di spezie derivativa. E ben intorno a ciò mi sovviene, che disapprova il cav. Salviati negli Avvertimenti della Lingua Toscana un presupposto, che è stato fatto, dic'egli, da noi moderni, che il nominare i Casati senza articolo, e vicecaso, abbia un certochè più del grande, e del singolare, e del ragguardevole (qual sarebbe in Beltramo Rossiglione, Messer Cane Scala). Senzachè, segue poscia a dire, io non comprendo, per qual cagione da nome proprio, più che d'altronde, sia disorrevole il nascimento del nome della famiglia. Ma molti senza guardarci, mentre che i nomi de i lor Casati non si curano di trasformare, solo che gli facciano cadere in I, o che lievino loro il DA, o il DEL, a alcuna altra particella delle già dette, spesse fiate, non lo sappiendo (taccio gli esempli per non dispiacere ad alcuno) la loro gentile, e antica, scambiano con umil famiglia, e novella, di vicino nome alla loro.
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