E nel 32:
Noi eravam partiti già da ello.
Del Petrarca nel Sonetto 259;
Ove son le bellezze accolte in ella.
È errore certamente quello di chi Lui e Lei va nel caso retto adoperando; se non se e' sia per Colui, e Colei, come lo è in quel di Dante, Purgatorio 21:
Ma perchè lei, che dì, e notte fila,
Non gli avea tratta ancora la conocchia,
Che Cloto impone a ciascuno, e compila.
Fallo è adunque, come io accennava, quello di chi Lui, e Lei nel caso retto va adoprando, da concedersi soltanto, perch'egli è invalso, nel parlar famigliare; nelle scritture non già, nelle quali non prima incominciò del 1400 tanti nella decadenza della lingua. Io ho notato non una sola volta, ma molte che quei Lui, che sono in caso retto nelle scritture verbigrazia del 1420, se altra copia di esse vi ha che di ben cinquantanni le preceda, Egli, e non Lui in quella si va leggendo. Lo che fa scala ad un'altra osservazione, s'io non m'inganno, proficua, e necessaria.
Il P. Marco Antonio Mambelli, per accademico nome il Cinonio, e il P. Daniello Bartoli, appellatosi Ferrante Longobardi, ambedue celebri scrittori della Compagnia di Gesù, e della lingua nostra benemeriti, affermano, questa, e non altra esser la regola, cioè a dire che Lui, e Lui solo ne' casi obbliqui dir si possono. Ma con tutto ciò piace loro di soggiugnere, credendo così esser il vero che il Petrarca in un Sonetto, Dante in più d'un luogo nel Convito, Giovanni Villani nelle Storie, e Fazio Uberti nel Diattamondo, operarono dalla regola assegnata diversamente.
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