Nè voglio passare in silenzio, per poco che io valuti l'appresso esempio moderno che in un libretto presso di amico mio, ove di carattere del 1587, (come da alcune memorie ivi si ravvisa) sono scritti alcuni frammenti della Commedia di Dante, e del Canzoniere del Petrarca, questa istessa lezione: E ciò che non è 'n lei nel sonetto 93 di questo autore si legge. Quasi dir voglia quivi il Petrarca nel suo vero senso: Stimi altri le gioie, le ricchezze, il fasto, la potenza, io tutte queste cose già da gran tempo, non sol non le stimo, ma le disprezzo, e l'odio, ogni qualvolta non si ritrovano nella mia Donna, di cui per lunga contemplazione adusato io sono a rimirare ogni pregevole qualità, ed ogni più bello ornamento dell'animo. Ma il fargli poi dire che egli odj di lunga mano, e disprezzi ciò che non è ella, io non veggio che troppo ben suoni, in uscir, com'ei farebbe, da una bocca cristiana, e per dir così religiosa, qual si era quella di Francesco Petrarca, in dignità ecclesiastica constituito. E, a dir vero, in altri termini non punto empi, ma ristretti alle nostre inclinazioni, e passioni è concepito su questo proposito quel del poeta gentile:
Oderunt bilarem tristes, tristemque iocosi.
Oltredichè, chi negherà mai che il Petrarca in dicendo:
. . . . . . . . Ed ho sì avvezzaLa mente a contemplar sola costei,
Ch'altro non vede, e ciò che non è 'n leiGià per antica usanza odia e disprezza,
non avesse in veduta quei versi simil sentimento esprimenti di Blancassetto provenzale, poeta del 1300, appunto, che dicono:
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