Il che certamente accader non si vedrà, ch'io creda, ne' Lessici Latini di noi Toscani, come per esemplo in quello di Filippo Venuti di Cortona, ancorchè egli lungi dalla patria dimorasse, professando le umane lettere in Venezia, ove accasandosi fermò il piede. E ciò sia detto in grazia di coloro che troppo si fidano d'alcuni libri, senza aver l'occhio (ciò che in cose di lingua molto importa) alla patria degli scrittori.
Ma, tornando onde ci dipartimmo col ragionare, afferma Benedetto Buommattei, uomo nella lingua nostra versatissimo, che Questo, Cotesto, e Quello non si metton mai per primo caso maschile sustantivo; che non saria mai ben detto, quando si parla d'un uomo, o d'altra cosa sostantiva, Questo mi parla, Cotesto è buon compagno, Quello è uomo savio; ma si dee dire Questi mi parla, Cotesti, o Cotestui è buon compagno, Quelli è uomo savio. Tutto ciò rafferma ancora il Cinonio, citando l'esempio, fra gli altri, del Petrarca, che nella Canzone 48:
Questi in sua prima età fu dato all'arteDa vender parolette, anzi menzogne.
Ma come salveremo noi quei passi di Dante, Inferno, 13:
Quel dinanzi: ora accorri, accorri morteGridava?
E del Paradiso, 22:
Ed io son quel che su vi portai primaLo nome di colui che 'n terra addusse
La verità?
Come salveremo quel del Petrarca, Sonetto quarto:
Quel, che infinita provvidenza ed arteMostrò nel suo mirabil magistero?
Che l'esemplo di Dante, Inferno, 14, in alcun buon testo non legge Quel, ma Que' in questa guisa:
Dicendo, que' fu l'un de' sette Regi.
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