Che se Francesco Redi in una sua Lettera al conte Carlo de' Dottori, volle più per ischerzo, e per usar familiarità grande coll'amico, adoprare nel congiuntivo Vadino per Vadano, sì fu forzato a far indi sua scusa, scrivendo: Compatisca il mio modo di scrivere, e non parli colla Crusca, perchè da quei miei Signori mi sarebbe una solenne penitenza imposta.
Ed ecco quanto, uditori prestantissimi, si ricerca schivare nel fatto de' verbi, che tanto sgomentano tal fiata chi s'accorge d'essere indietro nel posseder l'idioma. Non è questa la prima opportuna occasione, in cui io sono andato, insinuandovi facile essere la nostra favella; sarà ben forse questa quella volta che, facendo quindi ragione al resto, come dall'unghia il leon si conosce, andrete di tal verità persuasi.
Appartiene finalmente a questa materia l'avvertire che si scelgano, in parlando e in iscrivendo, verbi esprimenti, propri ed usitati, guardandovi da quelle inezie che si odon soventemente. Tali sono, senza dubbio, Magnare per Mangiare, Intender Messa per Udire o Sentir Messa; Spandere i panni per Isciorinare i panni; Guardare il letto per Essere infermo; Scivolare per Isdrucciolare; Ganzare per Corteggiar Dame; Travagliare per Lavorare; Galantiare per Fare il Galante, ed altri sì fatti, che alcuni dicono che hanno dello straniero, altri che dimostrano novità, ed a me sembra che diano presso che un verace segnale del giudicio di chi gli adopra. E so io bene (dice Monsignor della Casa in questo proposito) che se alcun forestiero per mia sciagura s'abbattesse a questo Trattato, egli si farebbe beffe di me, ec., conciossiacosachè alcuni de' nostri vocaboli alcuna altra nazione non gli usa, e usati da altri non gl'intende.
| |
Francesco Redi Lettera Carlo Dottori Vadino Vadano Compatisca Crusca Magnare Mangiare Intender Messa Udire Sentir Messa Spandere Isciorinare Guardare Essere Scivolare Isdrucciolare Ganzare Corteggiar Dame Travagliare Lavorare Galantiare Fare Galante Monsignor Casa Trattato
|