Pagina (123/179)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ciò reflettendo già alcuni saggi regolatori del volgar nostro, stimarono ben fatto il totalmente tacere da alcune parti meno dell'altre importanti. Uno di questi si fu Gio. Batista di Lorenzo Strozzi, suggetto, che per la rara, e scelta eloquenza da varie pellegrine cognizioni sostenuta, per la dottrina profonda, per la finezza mirabile del giudicio suo, carissimo fu nel passato secolo a tre Pontefici. Porti in pace questa digressione chi ascolta, imperciocchè essendomi proposto in questa sera di deviare alquanto dal sentiero più comunemente battuto da' grammatici, ragion vuole che io faccia conoscere quale e quanto grand'uomo sia quegli che io mi sarò scelto per guida.
      Intorno alla nostra lingua (dice lo Strozzi) io son ito considerando quelle cose, nelle quali i più sogliono errare, mentre parlano o scrivono, secondo che gli porta l'uso, o più tosto l'abuso degli altri. E perchè i trattati lunghi, o sbigottiscono, o non così facilmente si mandano alla memoria, me ne sono spedito in gran brevità.
      Gio. Batista Strozzi adunque tralasciò a bella posta di parlare de' participj, e de' gerundi, come parti a ognuno, se gran fatto non è, più che note; talchè dopo il verbo, all'avverbio gli piacque immediatamente di passare. Tanto farò io adesso dietro la scorta di lui, avvegnaddiochè io nol segua poscia colà, ove m'internerò a ragionar dell'avverbio più minutamente, che non fa egli; dilungandomi non per tanto da quelle seccature oltraggiose di alcuni altri, che per via di soverchie lunghiere, della beltà e brevità della lingua sembra che prendano a far mal governo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Lezioni di lingua toscana
di Domenico Maria Manni
Editore Silvestri Milano
1824 pagine 179

   





Gio Lorenzo Strozzi Pontefici Strozzi Strozzi