Atteso questo, e molto più l'uso continuato che se ne ha, e in prosa e in verso, non è da starsi ritroso ad usarlo.
Sibbene, è un avverbio confermativo, che adoprato si vede dagli antichi, e da' moderni fiorentinamente, ove la voce Bene accresce, e dà forza maggiore all'espressione.
Soave, per Soavemente, Forte, per Fortemente, e Dolce, per Dolcemente son graziosi avverbi tutti, l'ultimo de' quali usato fu in un verso stesso due fiate dal Petrarca, allorquando egli si propose un'Oda d'Orazio da imitare in esso, dicendo:
E come dolce parla e dolce ride.
Usarsi poi Parte, per Parimente, fu sentimento del Castelvetro sopra il luogo del Sonetto 174 del Petrarca:
Che mi consuma e parte mi diletta:
e laddove spiega il Sonetto 220, del medesimo insigne poeta:
Vive faville uscian de' duo bei lumiVer me sì dolcemente folgorando,
E parte d'un cor saggio sospirando;
D'alta eloquenzia sì soavi fiumi;
nel qual sentimento fu seguito dal Menagio, che per Parimente anch'egli va interpetrando quel Parte di Monsignor della Casa nel Sonetto 37:
E parte dal soave, e caldo lume,
De' suoi begli occhi l'ali tue difendi.
Tuttavia il vero è che niuno di essi fu seguitato dagli Accademici della Crusca, i quali ne' due esempli del Petrarca il Parte spiegarono per Intanto; e così dovrassi anche intendere il luogo pur ora accennato del Casa, ed uno del Berni, 1, 26:
Guarda quel, ch'Aristotil ne' Problemi
Scrive di questa cosa, e parte ghigne.
Laonde il significato di Parimente non sussiste altrimenti; tanto più che in un altro passo del Petrarca diverso da' sopraccennati, il quale dice:
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