Ma, tornando al proposito mio, dico, che prendendosi l'etimologia dal verde del porro, non si potrebbero spiegar col mezzo di essa i luoghi di Dante e del Petrarca, come si spiegano col verde delle candele; imperciocchè esser condotta la speranza al verde, parrebbe che volesse dire, alla sua perfezione, giacchè e' fu detto che:
Il color verde è di speranza segno;
lo che si vede chiaro essere tutto l'opposito di ciò che intesero di esprimere quegli autori.
Abbiamo oltreacciò alcune locuzioni raddoppiate, che traggon fuori con maggior forza il Sentimento. Tali sono Mo mo, che venendo insieme col mo de' Lombardi (usato alcuna fiata a maniera di scherzo da' nostri) dal latino modo, vale Ora ora; e tanto vale quasi quell'altro, che più volgarmente si dice, cioè Lo lo, Così, così e Via via, si prendono a significare Un poco. Ch'è ch'è, locuzione venuta a noi non prima che un secolo fa, vale Sovente. Buccia buccia, significa superficialmente; Dolce dolce, è in senso di Facilmemte, Senza farsi pregare.
Ma, checchè sia di queste, e di moltissime altre dizioni, cui non è luogo qui di spiegare, a chi ben parla, e scrive, appartiene il cercar prima di sapere quali sono quelle che non si costumano più, come Quiritta, Quiciritta, e Quinciritta, che derivando da Qui e da Retta, vagliono Qui appunto, e, furo usate da' buoni antichi, oggi solamente, da' contadini: Quicentro, Quincentro, per Qui dentro, Iventro, per Ivi, dentro, messo in opra dal Boccaccio, da Dante, dal Petrarca, e da Giovanni Villani a' loro tempi; Quinamonte, Quinavalle, e Quindavalle, per Lassù alto, e Laggiù basso, in oggi poi;
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