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      De, A, Ne, Co, Pe, ogniqualvolta stanno per Dei, Ai, Nei, Con li, Per li, ed anche I, per Io, si scrivono coll'apostrofo (che Lodovico Dolce appella Rivolto), segno inventato dal Bembo, dicono, ma con qual fondamento no 'l saprei, avendolo pure avuto anche i Greci. Similmente si fanno coll'apostrofo Dell', All', Coll', Sull' Quell', Nell' Trall', quando ne segue vocale. Si tolse altresì la vocale in principio, sostituendo in suo luogo l'apostrofo, qualora si disse Tutto 'l mondo, Lo 'mperadore, Allo 'ncontro. Più modernamente però l'Imperadore si dice, ed All'incontro, conservandosi la vocale della parola, e togliendosi piuttosto quella al segnacaso.
      Dubitano poi alcuni, e con ragione, se alla voce Vo stia bene annesso l'apostrofo; al che direi io, che vi ha quando Vo è tronco dal verbo Volere, non già allorch'egli è l'intero del verbo Andare, dicendosi di quello Io vo' giuocare, e di questo Io vo a Roma.
      Ma per non discorrere di tutti i casi, ove va l'apostrofo, bensì di quei più astrusi, avvi chi osserva che le prime persone dell'indicativo del verbo non si elidon giammai, ancorchè si porti in contrario un antico rancido esemplo di fra Guittone, ed uno del Tasso, che sembra che poco facciano stato.
      È uso venuto dall'antico sino a' dì nostri di elidere, per far comodo, la lettera E nella voce Come; ma saria abuso l'eliderla nella voce Insieme, siccome con troppa durezza fanno alcuni, potendo servirsi dell'In un, che vale lo stesso.
      Che hanno, e Che ha, alcuni le vanno scrivendo: Ch'hanno, e Ch'ha, in vece di C'hanno, e C'ha, come sarebbe la loro migliore accorciatura per isfuggir le due aspirazioni insieme.


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Lezioni di lingua toscana
di Domenico Maria Manni
Editore Silvestri Milano
1824 pagine 179

   





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